Recensione Olympia Cremina SL
di Simone Forgia, Claudio SantoroNel mese di giugno Olympia, lo storico marchio di macchine per espresso svizzero, ha annunciato a tutti gli appassionati la produzione di un nuovo modello, la Cremina SL. Come suggerisce l’acronimo SL (Spring Lever), questa versione si differenzia dalla Cremina finora conosciuta per un gruppo erogatore con leva a molla invece di una leva diretta. Sebbene questo modello è ufficialmente in vendita solamente da metà settembre, Olympia ci ha gentilmente concesso un esemplare pre-produzione da testare approfonditamente durante l’intero mese di luglio. Proprio per la similitudine di questo modello con la sua sorella più anziana, la recensione si concentra principalmente sulle differenze del modello SL rispetto a quello “standard” e sarà perciò più superficiale sulle cose che hanno in comune e che sono probabilmente già conosciute.
Terminata questa premessa, possiamo dire che a primo impatto la macchina si presenta molto bene. I materiali sono solidi e di alta qualità; le parti di plastica sono ridotte al minimo e tutti i componenti principali sono di acciaio inossidabile o ottone cromato. Da sollevare è massiccia, pesa ben 13 kg. nonostante le dimensioni siano di soli 20x27x38 cm. leva esclusa, e le finiture di alto livello. Le parti cromate permettono di specchiarcisi dentro quasi senza distorsioni facendo pensare ad un livello di lucidatura ed attenzione più elevato del solito. Nella confezione sono inoltre inclusi il portafiltro con beccuccio sia doppio che singolo, un pressino dall’ottima fattura sebbene leggermente piccolo, un imbuto in acciaio per riempire la caldaia e due filtri: singolo e doppio. Tra questi accessori l’unica nota stonata la producono proprio i filtri che non sono ben rifiniti e quello doppio è leggermente piccolo, in quanto contiene in media soli 13,5 grammi. Per quanto riguarda il portafiltro a due beccucci, seppur sia molto elegante, la mancanza di un serbatoio tra i due fori di uscita della deliziosa bevanda fa sì che molto spesso quest’ultima opterà per solo una delle due vie a sua disposizione, risultando in un volume di caffè diverso nelle due tazze. Il portafiltro senza fondo è disponibile ma solo acquistandolo in aggiunta, mentre se nel frattempo vi è sorta la domanda se sia presente una versione a 120 volt la risposta è sì. Per chi invece è già proprietario del modello a leva diretta la buona notizia è che filtri e portafiltri sono della stessa dimensione e che per una qualsiasi necessità le leve sono intercambiabili siccome fulcro e resistenza si trovano alla stessa distanza e sono semplicemente stati invertiti.
Sezione del gruppo erogatore
La molla è calibrata per esercitare una forza equivalente a 6 bar, mentre la caldaia è tarata per variare tra 1,1 e 1,2 bar di pressione regolata da una resistenza da 1000 watt, ed il suo volume è di 1,8 litri. Il gruppo erogatore (escluso il pistone) pesa ben 1,5 kg. e proprio per questo risulta stabile in temperatura ma necessita di molto tempo per riscaldarsi propriamente. Secondo Olympia dopo 17 minuti si dovrebbe essere in grado di estrarre con una temperatura dell’acqua di 92°C; noi non avevamo i mezzi per confermare questa misurazione, ma abbiamo effettuato dei test analoghi posizionando un sensore a termocoppia a contatto diretto con il gruppo. Quello che emerge dalle nostre analisi è che a partire da una temperatura ambiente di 25°C la macchina ci mette 12 minuti ad arrivare in pressione ma dopo questo lasso di tempo il gruppo si troverà a soli 34°C. Dopo innumerevoli espressi abbiamo stabilito che la temperatura del gruppo con cui riuscivamo ad ottenere i migliori risultati era di all’incirca 70°C, valore che viene raggiunto spontaneamente solo dopo un’ora. Per velocizzare questa fase abbiamo provato vari metodi quali l’utilizzo di uno o più “flush”, la tecnica delle false pompate oppure tramite l’utilizzo di un vecchio “puck”; tutte questi espedienti hanno però dato scarsi risultati. L’unica maniera che ha fornito risultati soddisfacenti è stata quella di abbassare la leva fino a che si vedevano comparire le prime gocce d’acqua dalla doccetta ed aspettare in quella posizione fino a raggiungere la temperatura desiderata. In questo modo ogni 6-7 secondi la temperatura del gruppo aumentava di 1°C.
Estrazione con portafiltro con beccucci
Da questi dati si può quindi evincere che non si tratta di una macchina per espresso da usare se si ha poco tempo ed inoltre non la si può nemmeno accendere molto tempo prima perché dispone di un timer integrato che dopo un’ora stacca in automatico la corrente. L’unica via per ovviare a questo problema senza rinunciare alla garanzia è quella di spostare l’interruttore su “off” o poi un'altra volta su “on”, azione che fa nuovamente azzerare il contatore. Questa funzione risulta estremamente limitante vista la natura di questo modello ma va però precisato che è stata implementata per seguire le direttive europee sugli elettrodomestici e che dal 2017 è presente anche sulla versione a leva diretta. Per rimediare a questo inconveniente Olympia ha pensato di aumentare la pressione della caldaia a 1,1-1,2 bar così da poter estrarre con un gruppo più freddo; a mio modo di vedere però, per quanto detto in precedenza, la pressione andrebbe regolata ancora più alta ma non si tratterebbe comunque di una soluzione definitiva siccome dopo diversi espressi il gruppo tenderà a stabilizzarsi ad una temperatura comunque maggiore. A tale proposito, nella tabella sottostante potete vedere le temperature del gruppo misurate prima e dopo ogni estrazione per un totale di 8 cicli consecutivi.
Come si può evincere dai dati soprastanti, sebbene la temperatura iniziale era di 65°C, senza metodi di raffreddamento all’ottavo espresso quest’ultima era salita di oltre 10°C. Inoltre si può notare come solamente dopo il quarto “shot” ci si inizia ad avvicinare alla temperatura di stabilizzazione di circa 75°C. Il gruppo erogatore risulta dunque troppo stabile per poter modificare velocemente la temperatura, ma troppo poco per rimanere completamente costante tra un’estrazione e l’altra. Da ciò ne risulta che spesso si estrae ad una temperatura inferiore da quella desiderata e combinando questo fattore al filtro doppio un po’ piccolo, ne risultano degli espressi solitamente un po’ troppo “sottili” e che mancano di dolcezza. Inoltre il gruppo relativamente freddo fa si che a fine estrazione i pannelli di caffè restano sempre un po’ inzuppati d’acqua.
Per testare la macchina al massimo delle sue potenzialità, abbiamo però provato su di essa anche il filtro doppio Elektra Microcasa che è compatibile sia con il portafiltro senza fondo che con quello con i beccucci senza alcun tipo di modifica. Questo filtro è un po’ più capiente rispetto a quello originale di Olympia in quanto siamo riusciti a farci stare fino a 16,5 grammi ma anche quest’ultimo non ci ha stupito per livello di rifiniture. Per chi vuole estrarre caffè specialty permette sicuramente di fare un grosso passo in avanti ma con tostature chiare si sente comunque la necessità di dover aumentare ulteriormente la dose di macinato. Non abbiamo mai avuto problemi invece per quanto riguarda il quantitativo di bevanda erogata in quanto si riescono ad ottenere anche 40 grammi di espresso senza grosse difficoltà e da questo punto di vista possiamo quindi ritenerci soddisfatti.
Estrazione con portafiltro senza fondo
Per quanto è vero che la molla arrivi a soli 6 bar di forza, è anche altrettanto vero che si tratta solamente di un ostacolo che può essere oltrepassato aiutando la leva a sollevarsi in fase di risalita. Con un leggero aiuto la macchina resta ben piazzata sulla base mentre se si applica una forza più importante si solleva un po’ ma la si può tenere poggiando l’altra mano sulla griglia.
Infine l’ultimo aspetto che ci ha felicemente sorpreso è stata la potenza del vapore. Grazie alla capiente caldaia da 1,8 litri e alla maggiorata pressione di questa ultima, si può montare il latte con estrema facilità. Se non si è abituati, inizialmente può quasi sembrare troppa potenza e per montare il quantitativo di latte intero necessario per un cappuccino, ci abbiamo impiegato soli 18 secondi. Inoltre la manopola del vapore ha un sistema di rilascio rapido e basta una leggera rotazione per sprigionare interamente la sua potenza.
La Cremina SL è dunque una macchina controversa; basica nelle funzioni ma di ottima fattura. Costruita per durare decenni se non addirittura generazioni, ma che per il costo elevato ci saremmo aspettati dei filtri di maggior qualità e con accessori quali il portafiltro senza fondo inclusi. Pensata per chi desidera fare bevande a base di latte ed estrarre tostature medio-scure più volte al giorno ma con la presenza di un timer di auto-spegnimento che scatta già dopo un’ora. Limitante nei suoi 6 bar ma che con un po’ d’aiuto non si lascia intimorire dalle pressioni più elevate. Insomma, una macchina sicuramente non per tutti, che non stupisce per tecnologia, ma che si fa apprezzare nel tempo.
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