Gaggia Classica 1948
di Simone ForgiaNella storia del caffè, molte sono state le innovazioni importanti che hanno saputo migliorare questo settore, risolvere dei problemi o semplicemente alleviarli. Tra tutte queste invenzioni, ci sono poi quelle che hanno addirittura saputo stravolgere l’adorata bevanda nera. Quest’ultime, sono molte poche, probabilmente si possono persino contare sulle dita di una mano e non bisogna essere audaci per dire che l’introduzione della leva è stata una di queste. Ci ha permesso di conoscere l’espresso come lo conosciamo ora e ha dato vita ad un’immensità di nuove possibilità. Tra tutte le macchine a leva prodotte, sia da bar che domestiche, ce n'è però una che ricopre un ruolo particolarmente importante; ovvero quello di essere stata la prima; questa è la Gaggia Tipo Classica prodotta nel 1948. È per questo motivo che abbiamo deciso di dare inizio a questa rivista proprio con questo modello.
Le origini di questa macchina le si possono ricondurre al 1938, quando Achille Gaggia, barista milanese, depositò il brevetto per il gruppo Lampo. Questo innovativo gruppo non presentava ancora una leva, ma permetteva l’utilizzo della sola acqua calda per estrarre il caffè, invece che di un mix di acqua calda e vapore come succedeva normalmente. Da questa sua invenzione nasce poi lo slogan: “Crema caffè naturale”, poiché permetteva di ottenere un caffè cremoso. Tuttavia la commercializzazione di questo gruppo non fu molto prosperosa in quanto era costoso e difficile da installare. Achille capì quindi che doveva creare un modello che lo avesse già incorporato; sfortuna vuole però che nel frattempo, arriva la seconda guerra mondiale e perciò la produzione venne bloccata.
Volge l’anno 1947 quando, con il terminare della guerra e il riprendere delle attività, Achille deposita il brevetto per il sistema a leva idraulica. Si tratta di un’evoluzione del brevetto precedente e si dice che si sia ispirato ad un motore a pistoni di una Jeep dell’esercito americano che presentava anch’esso un sistema idraulico.
Siccome il barista milanese non possedeva una fabbrica dove produrre le sue macchine, si affida alla Faema e l’anno successivo presenta il primo modello di “Officine Faema Brevetti Gaggia”; la Tipo Classica. La macchina si sviluppa orizzontalmente, così da non ostacolare la vista tra chi preparava il caffè e il cliente. Inoltre l’orientamento orizzontale permette anche di avere più gruppi in linea e la presenza di un poggia tazze garantisce che esse vengano mantenute calde dal calore proveniente dalle due caldaie. Quest’ultime, erano due così che una potesse essere dedicata per il vapore, mentre l’altra nel mantenere l’acqua ad una temperatura di 90°C.
Il caffè non era più estratto a 1,5 bar, ma ne venivano applicati ben 9, riuscendo così ad estrarre gli olii naturali dei chicchi. Fino ad allora, l’utilizzo del vapore comportava una bevanda bruciata, amara, ma con l’uso di una caldaia dedicata per l’acqua, questo problema venne risolto. In aggiunta il sistema a leva, e perciò a pistone, risultava anche più sicuro. Tutte queste novità, rendevano possibile la preparazione di un caffè in minor tempo, passando da 45 secondi ai ben conosciuti 25-30 di oggi e permettendo di bere il caffè più caldo.
Brevetto originale del sistema a leva
Sebastien Delprat, Caféoblogue
Dopo una leggera esitazione e timore verso tutte queste novità, il pubblico accolse con gioia questo nuovo sistema e nasce allora la moda dell’espresso. Fu una rivoluzione tecnologica ed estetica. Il barista muovendo le leve sembrava un artista che danzava sul palco. Non è quindi un caso che la carrozzeria ondulata della Gaggia Classica ricorda le tende dei teatri, come a volerne mettere in evidenza l’idea di spettacolo. Si trattava ancora di una macchina di costruzione artigianale e non di serie, per questo motivo era costosa e non tutti i bar potevano permettersela. Rappresentava quindi anche uno status symbol e compariva nei locali di maggior prestigio. La sua cromatura, che ben si addiceva all’arredamento di quegli anni, riportava ad un design moderno e le sue forme ricordano il movimento statunitense dello Streamline, accentuandone la sua sovranazionalità. Questa estetica verrà poi ulteriormente messa in evidenza dal modello Gaggia Internazionale. Inoltre questo stile, utilizzato molto nel mondo automobilistico, riavvicina la macchina al mondo dei motori, da cui Achille prese spunto per brevettare il sistema a leva.
La Gaggia Tipo Classica è perciò stato un modello che ha saputo rivoluzionare il mondo del caffè come pochi altri, sia dal punto di vista tecnico che stilistico. Nato dalla volontà di un barista di non servire caffè amari, ha portato alla nascita di uno dei marchi più prestigiosi di questo settore che, negli anni successivi, ha saputo produrre molti altri modelli degni del proprio nome. È perciò facilmente comprensibile perché in quegli anni il consumo di caffè sia raddoppiato.
Gaggia Tipo Classica 1948 con 3 gruppi, cortesia di Enrico Maltoni
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